India del Nord: una settimana tra Delhi, Agra e il Rajasthan
Un invito ad un coloratissimo matrimonio indiano come occasione per esplorare alcune delle meraviglie del nord del paese.
Si parte!
Quando ho ricevuto l’invito ad un matrimonio in India a febbraio, dopo la gioia e all’eccitazione per il grande evento, mi sono detta: quale migliore occasione per una bella vacanza invernale!
Certo, l’India non era in cima alla mia lista dei paesi da visitare (onestamente, era proprio in fondo).
Come mi sbagliavo! In questo paese ho trovato posti belli da togliere il fiato, persone calme e accoglienti, colori indimenticabili.. e al ritorno una sensazione di malinconia come quando si lascia casa.
Qui descrivo l’itinerario del nostro viaggio di 7 giorni tra Delhi, Agra e il Rajasthan.
Come abbiamo girato in India
Abbiamo girato in un gruppo di 5 amici, in un minibus privato con guida e autista.
Lo consiglio per girare l’India perché è una modo per viaggiare:
- sicuro;
- efficiente: si riescono a visitare tante cose in poco tempo, non si perde tempo nell’organizzazione – in Italia e in loco – di trasporti, visite guidate, biglietti ecc.;
- che evita le fregature: non sono pochi i racconti di amici e conoscenti che sono stati truffati da procacciatori di affari o finti taxi;
- è utile essere accompagnati da una persona del posto che suggerisce come comportarsi in ogni situazione (es. quando non è consentito fare foto, quale è il prezzo corretto per eventuali acquisti nei mercati, quando vanno o non vanno date mance ecc.).
Alcune cose da non dimenticare nella valigia:
- calzini da battaglia, da buttare a fine vacanza, da usare per visitare i templi scalzi;
- vestiti coprenti ma leggeri perché quando batte il sole fa molto caldo;
- farmaci anti nausea e anti diarrea;
- mascherine per lo smog quando si girano a piedi le vie più trafficate e polverose.
L’itinerario
Atterrati a Delhi, abbiamo viaggiato su strada con tappe a Agra, Abhaneri, Amer, Jaipur, Pushkar, Jodhpur e Osian. Da Jodhpur siamo tornati a Delhi in aereo.
Agra: il Taj Mahal
Il primo giorno lo abbiamo dedicato alla visita del monumento simbolo dell’India e una delle sette meraviglie del mondo: il Taj Mahal. Si trova ad Agra, raggiungibile in 4 ore di auto da Delhi.
La sua imponenza e il suo candore (è di marmo bianco e tenuto pulitissimo) lascia senza parole. Così anche la sua storia: si dice che sia stato costruito dal l’imperatore mogul Shah Jahan nel 1632 in memoria della sua moglie preferita Mumtaz Mahal, di cui era innamoratissimo, morta dando alla luce la loro quattordicesima figlia all’età di soli 38 anni.
Con un ticket aggiuntivo è possibile visitare l’interno, che non offre altrettanta maestosità: è vuoto salvo al centro dove giacciono la tomba dell’imperatore e della moglie, una accanto all’altra. Vale comunque la pena vederlo, anche solo per la storia che racconta.
Unica pecca, inevitabile: sempre tanta gente e un po’ di fila per fare le foto più belle.
Da Agra a Jaipur: Agra Fort, Chand Brodi e il tempio delle scimmie
Il secondo giorno restiamo ad Agra le prime ore della mattina per visitare il suo famoso forte rosso, patrimonio dell’umanità Unesco.
Il forte, costruito con la caratteristica pietra arenaria rossa, risale probabilmente al XI secolo d. C. e fu in seguito perfezionato nel 1600 dallo stesso imperatore che fece costruire il Taj Mahal, Shah Jahan.
Le stanze del palazzo sono tutte aperte, con arcate e finestre bucherellate in marmo bianco.
A rendere la struttura ancora più magica, la sorprendente vista del Taj Mahal dalle stanze del primo piano.
Si dice che l’imperatore Shah Jahan, uscito di senno a causa della morte della moglie, fu fatto rinchiudere in una delle stanze del palazzo, dalla quale poteva ammirare il mausoleo in sua memoria.
Dopo la visita del forte rosso, partiamo in direzione Jaipur, che dista 5 ore circa di auto da Agra.
Sul tragitto Agra-Jaipur c’è una tappa imperdibile: la visita al pozzo Chand Baori di Abhaneri e del vicino tempietto della dea della felicità.
Chand Baori è un gigantesco pozzo a gradini risalente al VIII-IX secolo che si compone di 13 piani, per circa 20 metri di profondità. Oltre che per la raccolta dell’acqua, era utilizzato come luogo di ristoro per i viaggiatori. La vista dà le vertigini.
Prima di raggiungere Jaipur ci fermiamo per un’altra tappa: il tempio delle scimmie Shri Galta. Si tratta di un delizioso complesso di tempietti incastonati tra le rocce, popolato da tantissime scimmie. Unica nota negativa, è tenuto male e c’è parecchia sporcizia in giro.
Amer
Nei pressi di Jaipur, ad Amer, cittadina a 11 km a nord della capitale, si trova un altro maestoso forte arroccato su una collina: l’Amber Fort. Qui inizia la nostra terza giornata di visita.
Il forte fu costruito dal maharaja Man Singh I alla fine del 1500.
Il clan cui apparteneva Man Singh I (Kachwaha) era in ottimi rapporti con i moghul perché l’imperatore moghul Akbar ne aveva preso in moglie una principessa. Per questo Man Singh si era arricchito enormemente e con la costruzione di questo forte cercó di riprodurre le meraviglie architettoniche e lo sfarzo dei palazzi moghul.
Il forte si può raggiungere percorrendo la strada di accesso, leggermente in salita, per 20 minuti a piedi o più velocemente sul dorso di un elefante.
Tra i vari spazi ed elementi degni di visita spiccano il Ganesh Pol, sontuoso portale di accesso agli appartamenti del mahraja affrescato e mosaicato, e lo Sish Mahal, stanza riservata al mahraja e alla sua consorte, completamente rivestita e decorata con specchi.
Jaipur, capoluogo del Rajasthan
Dopo la visita del forte di Amber, arriviamo a Jaipur, nota anche come “città rosa” per via del colore delle sue case storiche in arenaria rossa situate all’interno della cinta muraria.
Qui visitiamo l’osservatorio astronomico Jantar Mantar, fatto costruire nel 1730 circa dal mahraja Jai Singh II, composto da enormi strumenti in muratura.
Tra questi, una meridiana alta quasi 30 metri e da due grandi emisferi interrati che permetterebbe di ricavare importanti informazioni per il calcolo degli oroscopi.
La città è famosa anche per l’attività di taglio delle pietre preziose: noi abbiamo dedicato parte della giornata allo shopping, sia in negozi più turistici suggeriti dalla guida (di gioielli, pietre preziose, tappeti e tessuti) sia nei negozietti situati lungo la trafficata via dell’Hava Mahal.
L’Hava Mahal è il meraviglioso palazzo dei venti, simbolo della città risalente al 1800, dalle cui stanze le donne di corte potevano assistere alla vita della città senza essere viste.
Verso sera, facciamo una tappa al Birla Mandir, un tempio indù moderno, con una caratteristica cupola in marmo bianco.
Pushkar
A circa 3 ore di strada a ovest di Jaipur c’è una delle principali mete di pellegrinaggio indù: Pushkar, una deliziosa cittadina bagnata dall’omonimo lago. Qui passiamo la quarta giornata del nostro viaggio.
A Pushkar si trova l’unico tempio di tutta l’India dedicato a Brahma, il dio creatore.
Sulle rive del lago ci sono numerose banchine a gradoni, dove i fedeli compiono le preghiere e dove è possibile, pagando, prendere parte direttamente a una cerimonia con un bramino.
A Pushkar si respira un’aria più rilassata, anche grazie alla quasi totale assenza di veicoli motorizzati lungo le strade.
Il pomeriggio ci mettiamo in viaggio per Jodhpur, dove si svolgerà, nelle due giornate seguenti, il matrimonio.
Jodhpur
Jodhpur, che affascina per l’imponente forte che la domina e il centro storico tinto di blu, è la seconda città del Rajhastan per numero di abitanti.
Dopo due giorni di festeggiamenti, dedichiamo una giornata alla visita della città. L’itinerario inizia dal Mehranghar Fort, per poi passare al Jaswant Tada e concludere con un giro al bazar.
Il Forte di Mehranghar, possente esternamente e preziosissimo al suo interno, ospita anche un museo che raccoglie tessuti, armi e suppellettili appartenuti alla famiglia reale. Tra gli oggetti merita in particolare una collezione di palanche per elefanti in legno.
Jaswant Thada, considerato dagli abitanti della città il Taj Mahal di Jodhpur, è il bellissimo cenotafio in marmo bianco del maharaja Jaswant Singh II.
Proseguiamo con una passeggiata al Sardar Market, mercato cuore della città. Poco vicino, c’è anche un altro pozzo a gradini, Toorji Ka Jhalra, le cui ripide scalinate, a differenza del Chand Baori di Abhaneri, sono accessibili.
Nel tardo pomeriggio abbiamo deciso di allontanarci da Jodhpur alla volta di Osian, dove è possibile fare una passeggiata sul dorso dei cammelli sullo sfondo di quello che è un assaggio di paesaggio desertico.
Delhi
La mattina presto dell’ultimo giorno prendiamo un volo interno per raggiungere Delhi. Resteremo qui tutto il giorno fino alla partenza del nostro volo di ritorno per l’Italia.
Rispetto a tutti i posti visti sino a qui, Delhi è decisamente il più grigio, sporco e rumoroso. Il viaggio in India non sarebbe stato completo però senza vedere almeno un pochino della sua capitale, nonché città più popolosa (28 milioni di abitanti nel 2021!).
Come prima cosa visitiamo il Qutb Minar, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta di un’altissima torre (72.5 m) fatta costruire dal sovrano musulmano Qutb an-Din Aibak come simbolo della sconfitta dei regnanti indù verso la fine del XII secolo.
La torre è un esempio di sincretismo tra l’arte islamica e quella indù, ben rappresentato dall’alternanza di scritte decorative in alfabeto arabo e in devangari (i caratteri del sanscrito).
Accanto al Qutb Minar, si trova la Qwwat al-Islam Masjid, la più antica moschea dell’India, risalente al 1.200 circa, costruita utilizzando i resti di 27 templi indù demoliti. L’opera di pulizia da ogni riferimento induista è ben visibile sulle colonne, dove le rappresentazioni animali e umane sono state cancellate in malo modo.
Proseguiamo con la visita della Jama Masjid, la principale e gigantesca moschea di Delhi. Si trova su un’altura e dai margini del suo cortile è possibile osservare bene il traffico e la confusione che regna nelle viette della vicina vecchia Delhi.
E proprio nella vecchia Delhi e nei suoi vicoli trafficati (nella zona di Chandni Chowk) ci addentriamo a bordo di tre risciò. Non so se me la sento di suggerire il giro in risciò dal momento che abbiamo fatto un piccolo incidente – scontrandoci con un altro che veniva nel senso opposto – e temuto di lasciarci le penne in svariate occasioni. Ammetto però che è stato divertentissimo.
Chandni Chowk pullula di mercati, negozi di spezie e tè, dove ci si può fermare a fare acquisti.
All’ora del tramonto, illuminati da un suggestivo sole rosso sullo sfondo di un cielo grigio-rosa denso di inquinamento, visitiamo il Raj Ghat. Qui fù cremato Mahatma Ghandi e oggi vi ha sede un memoriale, al centro di un bellissimo giardino dove regna una piacevole quiete.
Sarà la luce del tramonto, l’orgoglio della nostra guida nel raccontarci di Gandhi o forse il fatto che realizzo che la vacanza in India è giunta al termine, ma questo posto mi emoziona moltissimo.
Mancano poche ore alla partenza del nostro aereo. Sfruttiamo questo tempo rimasto visitando un ultimo luogo sacro, rigorosamente scalzi e con capo coperto: il tempo Sikh Gurudwara. Il tempio, oltre al luogo per le preghiere, ospita al suo interno degli enormi locali cucina. Qui vengono preparati pasti gratuiti tre volte al giorno per i fedeli, e una gigantesca mensa.
Un adepto ci intrattiene con un lunghissimo monologo sulla filosofia e la religione Sikh.
E così, fino agli ultimi momenti del nostro soggiorno, l’India ci stupisce e ci lascia la voglia di scoprire di più sulle culture, religioni e usanze che qui convivono.
Arrivederci India!